'O MONUMENTO E' SCAMPIA

Open Call per le Giornate Europee dell'Archeologia 2025

Partecipa all’OPEN CALL CREATIVA del MOSS – Ecomuseo Diffuso Scampia per le Giornate Europee dell’Archeologia 2025 organizzate dalla Soprintendenza del Comune di Napoli!

 

Sei un genitore, insegnante, studente, cittadin*, fai parte di un gruppo informale o di un’associazione? Contribuisci ad arricchire l’evento del 13 giugno e l’esposizione multimediale che verrà allestita presso gli spazi dell’Ecomuseo: realizzando lavori artistici, fotografici o audiovideo; portando materiali d’archivio relativi al patrimonio storico, culturale e archeologico di Scampia; oppure raccontandoci una storia nel modo e attraverso il mezzo che preferisci.

 

Di seguito puoi trovare alcune informazioni per lasciarti ispirare!

 

Scrivi all’indirizzo ecomuseomoss@gmail.com e inviaci i tuoi contributi entro il 30 maggio.
Maggiori INFO al numero +393493832140 (Claudia).

RICOSTRUZIONE VILLA RUSTICA –  VIA TANCREDI GALIMBERTI SCAMPIA

 

SCAMPIA AREA ARCHEOLOGICA

 

Ci sono varie teorie sull’origine del nome “Scampia” e sappiamo per certo che il terreno dell’attuale Ottava municipalità è sempre stato molto fertile e dedito all’agricoltura e pastorizia, infatti in napoletano, verace, con il termine “Scamp” si indica un campo da coltivazione; altra teoria interessante vede il quartiere prendere il nome da una Masseria di epoca medioevale, sita tra i casali di Secondigliano e Melito, chiamata “La Scampia”. Nello specifico Scampia faceva parte del territorio extraurbano dell’antica Neapolis, che era attraversato dalle strade che portavano all’interno della Campania e che, come avveniva di solito nel mondo antico, erano fiancheggiate da sepolture. Nella zona del carcere di Secondigliano è stata rinvenuta, infatti, una necropoli ellenistica, risalente al IV secolo a.C., con tombe e oggetti del corredo funerario.  Di qui passava la strada che collegava la città con Capua ed Atella e che partiva da Porta Capuana, saliva verso nord e portava a Secondigliano. In questa zona, sono stati rinvenuti resti di ville romane come quella in via Tancredi Galimberti, così come un’altra, ben conservata, che si trova poco lontano, a Cupa Marfella a Marianella. Si tratta di “ville rustiche”, ovvero di fattorie dedite all’agricoltura, i cui prodotti erano destinati all’uso della famiglia o ad una piccola vendita per il mercato locale.

https://www.mossecomuseo.it/2024/12/05/scampia-dai-romani-alle-vele/

 

VILLA RUSTICA – SITO VIA TANCREDI GALIMBERTI- SCAMPIA

 

La villa, i cui resti sono visibili oggi in via Galimberti, era già nota nella cartografia storica; la zona è, infatti, indicata come “Case Vecchie”, toponimo legato presumibilmente alla presenza di strutture archeologiche che dovevano essere molto più estese e ben conservate di quanto resta oggi. Si conserva solo una parte molto esigua della villa, databile in base alle tecniche murarie tra il I sec. a.C. e il II sec d.C. Dai resti di muri visibili è stato possibile, però, ricostruire l’edificio come una struttura a due piani, e riconoscere almeno due ambienti di servizio e altri quattro ambienti di funzione non precisata.

 

ESEMPI VILLE RUSTICHE NEL NAPOLETANO. Ricostruzioni Possibili.

 

Il termine di villa rustica viene riferito ad una azienda agricola di piccole, medie o grandi dimensioni, connessa allo sfruttamento della terra o alla cura degli animali. La costruzione doveva rispondere ad alcuni requisiti come la localizzazione in un luogo salubre, ben collegato alla viabilità principale del territorio, con terrazze naturali e vicino a corsi d’acqua o boschi.

Il complesso rurale, nella sua forma canonica, si articolava in diversi corpi di fabbrica:

-la pars urbana, più pregiata, dove si trovava l’appartamento “privato” del proprietario e gli ambienti di rappresentanza per l’accoglienza degli ospiti¸

-la pars rustica, che era la parte dedicata agli alloggi dei manovali, dei contadini, dei servi, dei sorveglianti e anche tutte le strutture di servizio dedicate al lavoro (cucine, pozzi, depositi, ricoveri per animali);

-la pars fructuaria, che era il settore della villa dove si svolgevano le attività artigianali e quelle di trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli.

 

CURIOSITÀ, STORIE E LEGGENDE DI QUARTIERE

 

Chi abita il quartiere nomina quest’area come: “O’monument’”, altre storie raccontano che le rovine erano conosciute come “Casa de’ serpient’”… Quale altra storia conosci? Raccontacelo!

LA VILLA RUSTICA